Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges

mercoledì 5 ottobre 2011

PARLIAMO CON...BENEDETTO MILAZZO - ACCADEMIA SPORT

QUATTORDICESIMA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
In questo caso impreziosisce il dibattito Benedetto Milazzo del sito Accademia Sport che, facendo base in Sicilia, porta avanti un interessante progetto.

FC: Quanto tempo fa e come è nata l'idea alla base del tuo sito?
BM: L’idea di creare il sito è stata mia, il progetto è nato l’anno scorso, ne ho parlato col collega Fabio Cataffo e lui ha accolto l’invito facendo suo il progetto. Il sito è nella rete dal mese di maggio. L’intenzione è quella di creare un gruppo di tecnici che possano confrontarsi e migliorarsi a vicenda, cosi come sta avvenendo tra di noi. Infatti nello staff abbiamo oltre a tecnici di calcio, insegnanti di educazione fisica, psicologi e psicomotricisti.
FC: Quali sono i riscontri che trovi tra gl addetti ai lavori? Sia in positivo che in negativo
BM: In questi pochi mesi abbiamo già avuto tanti contatti e più di 100 utenti registrati. Questo per noi è un enorme successo che francamente non ci aspettavamo. Il sito ormai ha raggiunto una discreta conoscenza a livello locale e non solo. Nelle mail ricevute i riscontri sono positivi, qualcuno chiede che si dia più spazio alle altre discipline sportive. Purtroppo fino ad oggi non è stato possibile perché dei colleghi che in un primo momento avevano dato la disponibilità a collaborare si sono tirati indietro. Comunque noi accettiamo anche critiche affinché si possa crescere nella formazione dei tecnici che si apprestano a guidare una squadra di calcio, a maggior ragione se si tratta di giovani calciatori.
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che nei palcoscenici professionistici?
BM: Posso parlarti della mia realtà. Qui al sud nel dilettantismo c’è poco investimento nel settore giovanile; ti devi immaginare che ci sono squadre che militano in campionati di 1° o di 2° categoria, dove già obbligatoriamente devono schierare gli under in campo, non hanno per niente il settore giovanile, al massimo solo una categoria tra giovanissimi o allievi e non sanno cosa sia la scuola calcio. Altre società che militano nei campionati superiori fanno il settore giovanile per non prendere la multa da parte della federazione per la mancata partecipazione al campionato. In molte società comunque ci sono alla guida delle varie squadre, tecnici non qualificati, perché i tecnici qualificati costano. Nel professionismo qualche cosa sta cambiando, le squadre minori investono di più da quello che si vede. Infatti qualche giovane promessa viene fatta esordire nella massima serie dalle squadre minori.
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Tra questi settori dove vedi maggiori margini di crescita?
BM: Penso che ci siano dei margini di crescita in tutti i settori, tutto dipende dall’età del calciatore. Nella prima fase (primi calci e pulcini) ritengo che si debba puntare sulla tecnica di base perché senza la corretta esecuzione del gesto tecnico tutto il lavoro fatto dai compagni per la squadra andrebbe vanificato. Naturalmente l’allenatore deve essere abile nel motivare i giovani calciatori durante l’allenamento, altrimenti si rischia l’abbandono dalla scuola calcio. In una seconda fase, dopo che il calciatore abbia raggiunto una buona padronanza del gesto tecnico, si può passare a migliorare l’aspetto tattico e anche dopo la categoria allievi si cominciano a fare degli allenamenti mirati in base all’età dell’atleta sulla preparazione fisica.
FC: Guardando in Italia quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perché? All'estero invece?
BM: In questo periodo ritengo che non ci sia un settore giovanile che prevalga sugli altri come succedeva negli anni ottanta e novanta col TORINO che sembrava un gradino superiore rispetto agli altri. Oggi non c’è una vera dominatrice; di sicuro per vittorie tra campionati primavera e Coppa Italia vanno menzionate le tre grandi: Inter Juventus e Milan e poi abbiamo tra le piccole Empoli, Sampdoria, Atalanta e Fiorentina. Però secondo me si potrebbe fare di più, le società a qualsiasi livello devono incrementare il budget per il settore giovanile. Spero che la nomina di Arrigo Sacchi a coordinatore delle nazionali giovanile, possa essere da traino per il calcio giovanile in Italia specialmente nel dilettantismo. All’estero le scuole che si stanno distinguendo sono diverse: innanzitutto va menzionata la “CANTERA” del Barcellona per i successi ottenuti dalla prima squadra, grazie a giocatori che sono cresciuti nel loro settore giovanile; infatti la metodica di allenamento non differisce tra la prima squadra e quelle del settore giovanile. Così, quando un giovane talento viene fatto esordire in prima squadra non trova difficoltà ad inserirsi nei meccanismi tattici della squadra di Pep Guardiola. Inoltre una citazione doverosa va fatta alla scuola AJAX che da sempre sforna talenti che militano nei migliori campionati d’Europa. Infine va anche ricordata L’Arsenal che da diversi anni riesce a stare ai vertici del calcio europeo grazie ai campionati nati dal loro settore giovanile.

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