Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges

mercoledì 31 agosto 2011

PARLIAMO CON...CENTRO STUDI CALCIO - ROBERTO BONACINI ED ERNESTO MARCHI

UNDICESIMA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
L'intervista è dedicata ai mister Bonacini e Marchi - fondatori del Centro Studi, Didattica e Ricerca per il Calcio. La loro idea, semplice e geniale, permette di formare, aggiornare e accrescere le competenze dello staff tecnico e della figura dell'Allenatore nel calcio giovanile.
FC: Quanto tempo fa e come è nata l'idea di Centro Studi Calcio?
RB: L’idea è nata circa 2 anni fa. Avevo conosciuto Ernesto Marchi in occasione di altre collaborazioni. Si era creato un buon rapporto sia di amicizia che professionale. Ci siamo trovati ad avere le stesse idee, gli stessi progetti, le stesse linee guida su tante cose ed obiettivi da intraprendere. Tutto questo ha portato all’idea ed alla successiva realizzazione di Calcio Giovani Asd – Centro Studi, Didattica e Ricerca per il Calcio. Appena qualche tempo dopo anche un altro amico, Paolo Zarzana, ha creduto in quello che stavano realizzando e si unito alla “comitiva”.La sua entrata ci ha permesso di estendere la nostra funzione didattica prima al CSI (Centro Sportivo Nazionale) di Modena e poi al CSI Nazionale diventando i formatori didattici per questa importante realtà nazionale. Calcio Giovani ASD - Centro Studi, Didattica e Ricerca per il Calcio è una Associazione di formazione operante nel Settore del Calcio.
L'attività di servizio e formativa proposta è orientata alla qualificazione ed all'aggiornamento di Allenatori, Istruttori, Staff Tecnici, Dirigenti, Giocatori e Società di Scuola Calcio e di Settore Giovanile.
Lo scopo dell’Associazione è quello di essere un punto di riferimento attraverso il quale gli interessati possono trovare servizi per la formazione, la didattica, l’aggiornamento, il perfezionamento, la specializzazione e la ricerca inerente appunto allo Sport del Calcio e alla figura “professionale” dell’Allenatore e di coloro che vanno a comporre lo Staff Tecnico di una squadra/società. L’obiettivo dell’Associazione è quello di creare un polo, un centro aperto e fruibile agli Associati, al quale rivolgersi per ogni necessità ed esigenza che possa portare a compiere il proprio lavoro con sempre maggiore competenza e professionalità e con anche, quindi, maggiori soddisfazioni personali. Creare quindi un servizio a disposizione di coloro che lavorano nel Calcio… di coloro che sono o che entreranno in contatto con i giovani calciatori al fine di “accompagnarli” verso un’opportuna crescita tecnica, umana, professionale, contribuendo alla loro formazione, facendo in modo che la Scuola Calcio ed il Settore Giovanile (in cui esiste ancora purezza di valori e la cultura della formazione, in tutti i suoi aspetti educativi e morali, senza deleteri condizionamenti) diventino una vera e propria Scuola di Vita oltre che di Sport. L’Associazione si pone, con grande importanza, un compito didattico (relativamente allo Sport del Calcio) al fine di studiare ed analizzare le materie che caratterizzano questo splendido Sport: Tecnica Individuale, Tattica Individuale, Tattica Collettiva, Preparazione Condizionale e Coordinativa, Programmazione – Progettazione - Pianificazione Allenamenti, Psicologia e Psicopedagogia nel Calcio e tanto altro.
FC: Quali sono i riscontri che trovi tra gli addetti ai lavori? Sia in positivo che in negativo
RB: I riscontri sono senz’altro positivi. Spesso ci arrivano e-mail anche solo per farci i complimenti per il lavoro che stiamo facendo. I contatti sono tanti anche perché abbiamo creato una serie di strumenti per permettere di venire a conoscenza della nostra realtà. A parte il sito web di riferimento www.centrostudicalcio.it, abbiamo creato una blog www.centrostudicalcio.it/blog, una pagina facebook privata www.facebook.com/centrostudicalcio, una pagina facebook pubblica www.facebook.com/centroallenatoriscuolacalcio, una pagina twitter http://twitter.com/centrostudicalc, un profilo skype robertooo847. Sempre su Facebook abbiamo poi fondato 3 gruppi: Allenatori di Scuola Calcio, Allenatori di Settore Giovanile, Responsabili Tecnici di Scuola Calcio e di Settore Giovanile.
Di positivo, ancora, riscontriamo che ci viene riconosciuto che quanto proponiamo (come articoli, consulenze, eserciziari, e-book, insomma come didattica e formazione) apporti come contenuti qualcosa di nuovo dalle solite cose dette e ridette che si possono trovare sulla carta stampata e sul web.
Non vorrei poi dimenticare che gli utenti apprezzano il fatto che cerchiamo di seguirli a 360° fornendo anche servizi personalizzati di Consulenza telefonica e via e-mail. Chiaramente non è tutto un successo… le difficoltà ad emergere sono tante. A volte la gente è un po’ titubante ad iscriversi al nostro progetto, alla nostra Associazione, perché, anche giustamente, visto il mondo attuale, pensa che potrebbe trovarsi di fronte a qualcosa di poco serio o non affidabile. Proprio in riferimento a questo nei nostri prossimi obiettivi ci sarà sempre di più la voglia e l’impegno per dimostrare di essere “credibili”. Un altro progetto futuro sarà probabilmente la traduzione del nostro progetto in lingua inglese; abbiamo tantissimi riscontri da parte di tecnici ed operatori stranieri... in loro, forse un po’ di più che rispetto ai colleghi italiani, troviamo una gran voglia ed una grande bisogno di aggiornarsi per rendere la loro passione, il loro lavoro, il loro hobby sempre più professionale.
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che professionistiche?
EM: Rispetto ad un tempo ci sono molte più idee, preparazione, organizzazione. Gli strumenti tecnologici attuali, in particolare internet, permettono una continua e massiccia diffusione di idee, in grado di stimolare la creatività degli addetti ai lavori a produrne nuove, che a loro volta andranno a stimolare la creatività di altri e così via. Tutte le idee prodotte viaggeranno in questo modo a grande velocità ed in tempo reale da un’area geografica all’altra. Tutto questo, prima dell’avvento dello strumento “internet”, era letteralmente impossibile. La diffusione di idee un tempo era molto più limitata e ristretta a ben determinate aree geografiche. Attualmente, invece, ogni giorno per i cosiddetti “internauti” è possibile conoscere idee diverse, variegate, anche molto diverse tra loro… e tutto ciò è e sarà in grado di stimolare la creatività dei singoli allenatori. Come in tutte le cose, il rischio è rappresentato da un approccio di tipo PASSIVO nei confronti del materiale con cui si entrerà in contatto, senza spirito critico, accettando idee, concetti, teorie senza che ci sia alcuna rielaborazione personale. Altro rischio potrebbe essere rappresentato da un eccessivo ricorso alle IDEE INNOVATIVE che potrebbe portare alla mancata stabilizzazione di tutto quanto verrà appreso (eccesso di fermento ideologico che potrebbe determinare la mancanza del necessario approfondimento dei concetti appresi).  Altra cosa da rilevare è la riduzione del GAP, a livello di CONOSCENZE e COMPETENZE, tra coloro che operano nei settori giovanili dilettantistici e quelli che operano in quelli professionistici. Una volta gli addetti ai lavori operanti nell’ambito dilettantistico, avevano la tendenza ad ispirarsi a quelli operanti nell’ambito professionistico, rivolgendosi a loro come degli autentici “GURU”, ritenendoli soggetti a dir poco inarrivabili. Ora, per tutte le ragioni evidenziate in precedenza, anche nell’ambito dilettantistico si possono trovare soggetti estremamente preparati a vari livelli degli organigrammi strutturati dalle società.
Non è raro veder nascere idee anche nell’ambito dilettantistico e ritrovarle poi riprodotte anche in ambito professionistico. Cosa impensabile fino a qualche anno fa. Altra cosa da rilevare è la presenza di TECNICI del Settore Giovanile, sempre più SPECIALIZZATI, che considerano tale mondo un imprescindibile punto di arrivo e non più di partenza, all’interno del quale fare la necessaria “gavetta” per poi ambire al mondo più prestigioso delle “prime squadre”. Si incontrano Istruttori iper-specializzati che ricercano la necessaria realizzazione personale anche solo operando all’interno dei Settori Giovanili.
Per questi motivi, a mio parere, anche la Federazione dovrebbe fare un passo indietro e ripristinare i Corsi per Istruttori di Giovani Calciatori, invece di inglobare le figure di Allenatori di terza categoria ed Istruttori giovanili nell’unica figura prevista di Allenatore di Base. 
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Quale di questi settori ritieni ci siano i maggiori margini di crescita?
EM: Sono tutti ambiti di sviluppo importante e per questo motivo diventa difficile definire delle priorità d’intervento. A mio parere, i maggiori margini di crescita saranno perseguibili utilizzando metodologie di lavoro sempre più mirate ed indirizzate alle reali esigenze dei giovani calciatori a disposizione. Affinché ciò possa avvenire, occorrerà sviluppare una programmazione sempre più calibrata alla teoria delle FASI SENSIBILI, che consenta di sviluppare, per ciascuna categoria del Settore Giovanile, le COMPETENZE necessarie (DIDATTICA PER COMPETENZE). Questo modo di agire dovrebbe consentire lo sviluppo di una didattica sempre più mirata e specifica alle effettive potenzialità dei gruppi di giovani calciatori a disposizione dei tecnici.Tutto il lavoro verrà collegato ed in questo modo si potrebbe evitare le precocizzazioni ed i ritardi tipici del vecchio modo di operare. Per ciascuna area di intervento si potrebbero, in questo modo, evitare le paure di agire per non creare danni e non essere, nel ruolo di Istruttori, all’altezza della situazione… ed ottenere, anche, la necessaria ottimizzazione del lavoro (ottenere, né più meno né meno, quanto realmente necessario). Ogni Istruttore dovrebbe conoscere, per ciascuna qualità motoria, tecnico-tattica, psicologica, il periodo più favorevole per il suo sviluppo, perché è solo in questo modo che si potranno ottenere i massimi risultati (TEORIA DELLE FASI SENSIBILI per ottimizzare i rendimenti e sviluppare le massime potenzialità di allenamento in merito a ciascuna area d’intervento). Nella società dilettantistica presso cui opero, abbiamo cercato di indirizzare al meglio questo modo di agire, creando la FIGURA DEL COORDINATORE DIDATTICO con il compito di definire al meglio le COMPETENZE da perseguire all’interno di ciascuna categoria del Settore Giovanile e determinare, sulla base di anamnesi e conoscenze acquisite, il CARICO DI LAVORO tollerabile all’interno di ciascuna fascia di età (capacità di carico). Senza questa figura (fino a questo momento), a mio parere, nei Settori Giovanili abbiamo assistito alla tendenza a lavorare o troppo al di sotto o troppo al di sopra degli opportuni livelli di ADATTAMENTO dei giovani calciatori.
Questi livelli di adattamento dovrebbero essere determinabili sia sulla base della effettiva età cronologica che di quella maturativa dei giovani calciatori a disposizione.
FC: Guardando in Italia e all'estero quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perchè?
EM: Personalmente mi piacciono molto i Settori Giovanili che producono idee, progetti, piani di lavoro innovativi, sempre al passo con i tempi e che sappiano sfruttare gli approcci metodologici più moderni.
I soldi e gli investimenti mirati risultano prerogative fondamentali, ma senza le idee necessarie difficilmente si potranno raggiungere gli obiettivi prefissati, oppure li si potranno raggiungere seguendo però la via più semplice, quella del denaro “facile”, correndo in questo modo il rischio di sprecarne molto e spesso inutilmente.
In questi ultimi anni, tra le società professionistiche italiane, ho seguito con interesse le seguenti società, a cui, spesso, mi sono ispirato a livello progettuale:
•    L’INTERNAZIONALE di Milano, con il suo PROGETTO INTER CAMPUS, in considerazione sia della sua valenza tecnica che sociale. Grazie a questo progetto, l’Inter ha potuto raggiungere aree geografiche di estremo bisogno economico, disagiate, mettendo a disposizione le sue competenze, le sue idee e la professionalità del suo Staff.
•    Il MILAN, con la creazione di diverse Scuole Calcio, in tutta Italia, a cui ha fornito le competenze acquisite in campo medico-sportivo, attraverso Milan-Lab, e quelle didattiche, con formazione dei tecnici locali, attraverso uno Staff di lavoro itinerante.
•    Sulla stessa falsariga ha agito la JUVENTUS, per quanto riguarda la formazione dei tecnici, attraverso la creazione di un ACADEMY SCHOOL.
•    L’UDINESE per la sua capacità di SCOUTIZZAZIONE dei giocatori, a livello mondiale, che consente di arrivare su giocatori sconosciuti da valorizzare prima delle altre squadre e creare, in questo modo, delle plusvalenze di altissimo livello al momento della cessione dei loro talenti ai grandi club… e garantire, in questo modo, la sopravvivenza della società stessa.
•    L’ATALANTA per la capacità di valorizzazione ed ottimizzazione tecnica massima del materiale che è in grado di offrire al territorio limitrofo e limitare, in questo modo, i costi gestionali.
Per quanto riguarda le società estere vorrei citarne due in particolare a cui ho sempre cercato di ispirarmi:
•    L’AJAX, con la sua formula TIPS (Tecnica, Intelligenza, Personalità, Speed o velocità), per quanto concerne le qualità da ricercare al momento della selezione dei giovani calciatori che dovranno entrare a far parte del Settore Giovanile olandese. L’AJAX ricerca in questo modo determinate qualità alla “fonte”, mentre io, ispirandomi a loro, ho messo a punto una formula che mi permettesse di perseguire determinate qualità alla “foce”, ovvero la formula delle 3C e delle 3I: CONTROLLO DELLA PALLA, COORDINAZIONE, CULTURA SPORTIVA, INTENSITA’, INTELLIGENZA, IMPULSO (inteso come velocità di trasmissione dell’impulso nervoso).
•    Il BARCELLONA con la sua “cantera” e la sua cultura del POSSESSO PALLA fin dai tempi delle giovanili. Ispirandomi a loro, ho sempre cercato di inculcare nei giovani che ho allenato la cultura del possesso palla ed il piacere che la gestione della stessa (palla bassa, a terra) dovrebbe provocare in loro.

ESERCIZI AL MILAN JUNIOR CAMP 4

TEMA TECNICO DOMINANTE E' IL TIRO IN PORTA CON UNA SERIE DI VARIANTI PER AUMENTARE DIFFICOLTA'

2VS2 CON APPOGGIO


PARLIAMO CON...DAVIDE BRUNELLO

DECIMA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
L'intervista è dedicata a Davide Brunello - un allenatore, ma soprattutto un appassionato del mondo del calcio che organizza dibattiti, incontri e momenti di formazione per aprire la mente a tutti coloro che amano il mondo del calcio giovanile. 

FC: Che cosa significa "insegnare calcio" ai ragazzi in Italia nel 2011 ?
DB: Sono convinto che ogni professione necessiti di grande passione ed un mix di varie qualità umane, con a capo la consapevolezza che, solo un necessario percorso di evoluzione personale (che non può ovviamente prescindere da competenze specifiche ) sia necessaria oggi , come ieri e come domani . L'alibi del contesto sociale ( nuove difficili generazioni, società che non crea i presupposti , giovani diversi ecc. ) non dovrà essere una scusa per giustificare le difficoltà di una professione-passione che richiede una sensibilità sopra il comune .
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che nei palcoscenici professionistici?
DB: Trovo che la favola del settore giovanile e della sensibilità nei confronti di tale settore sia una bufala gigantesca in Italia : ovvero si predica bene per apparire , ma in sostanza si razzola molto male . Non conosco ad ora un progetto a medio lungo termine in Italia sostenuto da basi tangibili che punti decisamente alla crescita dei ragazzi senza essere sotto scacco delle dirigenze che più o meno velatamente pretendono risultati .
FC: Quali sono i requisiti per un buon allenatore di calcio giovanile?
DB: La base a mio avviso deve essere l'umiltà di apprendere e di evolvere come ho già espresso sopra , che deve mediare la grande spinta passionale che accomuna quasi tutti i neo allenatori .
Oggettivamente un giovane allenatore o magari laureato fresco in scienze motorie od un giocatore al termine della carriera ( come nella maggior parte dei casi accade ) , non può assolutamente possedere l'esperienza pratica , per poter incidere , trasmettendo ciò che di buono ha nella propria mente . La metodologia risulta fondamentale nel processo di apprendimento , ma anche questa da sola non basta , se chi trasmettere non trascende dalla pura specificità della materia che insegna sconfinando con la dovuta sensibilità nel campo delle relazione interpersonali avendo come strumento principale la comunicazione .
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Tra quali di questi settori trovi che ci siano più margini di crescita?
DB: L'insegnante modello racchiude una serie di qualità professionali che coinvolgono molte aree di competenza , ma se devo sceglierne una , vedendo all'opera molti allenatori o persone che gestiscono risorse umane punto decisamente sulla comunicazione e quindi sulla motivazione .
FC: Guardando in Italia quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perché? All'estero invece?
DB: Penso all'Atalanta che , grazie a figure storiche come Mino Favini ed in questo momento Lucia Castelli e Stefano Bonaccorso , ha contribuito in maniera significativa a migliorare la cultura italiana ( abbiamo imparato molto da loro nei vari aggiornamenti ) , ma non solo loro . Sono convinto che in Italia non manchino le figure che potrebbero elevare la qualità dei settori giovanili ( sto parlando di gente che ha spessore professionale e competenze incredibili maturate sul campo e sui libri ) ma non si ha il coraggio di metterle a capo del settore giovanile dandogli potere riconoscendogli il giusto compenso economico . Il sistema è viziato dalla testa e deve evolvere con passaggi radicali a cominciare dalla percentuale di investimenti che devono essere veicolati nel settore giovanile , a discapito delle prime squadre ; ma per far questo le società dovranno avere le idee chiare condividendo dalla testa alla coda questa politica , scegliendo per la prima squadra un allenatore che dopo "attenta e competente valutazione " (quando si sceglie ci si deve accollare la responsabilità , per cui se la scelta è sbagliata io che ho scelto pago per primo) verrà messo nelle condizioni di far esprimere al massimo tutto l'ambiente ( facendogli un contratto di 5 anni ). Facile a dirsi ma a farsi la vedo dura . Per quanto riguarda l'estero farei una riflessione sul modello Svizzero dove la popolazione non arriva ad 1/10 della nostra e da diversi anni ottiene grandi risultati . La Germania dopo decenni di nulla ha messo mano ad un piano strutturale che ha portato risultati a medio termine estremamente significativi portando alla nazionale maggiore molti giovani . L'olanda maestra nel commercio da che storia ricordi investe sui giovani crea sistema e vende facendo quadrare i conti . Il Barcellona ha perseguito il modello olandese , caratterizzandolo con la propria identità Catalana .

martedì 30 agosto 2011

ESERCIZI AL MILAN JUNIOR CAMP 3

ESERCIZIO CON ATTENZIONE FOCALIZZATA SULLA DIDATTICA DEL DRIBBLING IN UNA INTERESSANTE PROGRESSIONE

PARLIAMO CON...DAVIDE SIMONI E MARIO CAPECE - SCFOOTBALLCAMP.NET

NONA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
L'intervista è dedicata ai mister Simoni e Capece - scfootballcamp.net che svolgono un'interessante e qualificata attività di consulenza "a domicilio" per le società di calcio giovanile
FC: Quanto tempo fa e come è nata l'idea alla base delle Scuole da Voi condotte? Quali esigenze va a colmare secondo voi?
DS: L' idea del progetto è nata ormai più di un anno fa, quando io e mr Capece ci siamo trovati attorno ad un tavolo ed abbiamo deciso di unire le nostre forze e soprattutto le nostre esperienze per cercare di offrire un'offerta formativa che ancora non esisteva. La nostra intenzione è quella di offrirci come consulenti "a domicilio" per tutte quelle società, soprattutto dilettantistiche, che fossero interessate a farci confrontare con le loro figure tecniche per aggiornamenti, teorici e sul campo, di natura metodologica e motivazionale. Siamo noi a recarci in loco, dopodichè in base all'attrezzatura che troviamo a disposizione, allestiamo una o più giornate di stage rivolte a ragazzi/e dai 6 ai 17 anni. Chiaramente invitiamo tutti gli allenatori della società ospitante a partecipare attivamente alle sedute, in modo tale da poterci rendere utili a 360 gradi.
FC: Quali sono i riscontri che trovi tra gli addetti ai lavori? Sia in positivo che in negativo.
DS: I riscontri sono stati perlopiù positivi, in genere già dopo i primi minuti di una seduta dobbiamo dire che la bontà della nostra proposta viene apprezzata, anche se in qualche caso esistono ancora scetticismo e scarsa disponibilità al confronto. A questo proposito, ci teniamo a sottolineare come anche da parte nostra ogni giornata di stage ci permetta di arricchire il nostro bagaglio di conoscenze, proprio grazie al disinteressato scambio di idee che può scaturire tra tecnici realmente aperti al dialogo.
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che nei palcoscenici professionistici?
DS: Nostro malgrado non possiamo far altro che testimoniare come il nostro movimento si stia mano mano impoverendo. Le società investono sempre meno nei settori giovanili, al contrario di quanto si sente dire in giro. Pochi investimenti su tecnici motivati e competenti unite a strutture di allenamento non sempre all'altezza hanno portato alla situazione di degrado che abbiamo sotto gli occhi. La verità è che alle parole, in ambito professionistico e non, quasi mai seguono i fatti. Basti pensare al campionato primavera e all'età media dei giocatori che vi partecipano, a 21/22 anni un ragazzo dovrebbe già essere formato ed avere la possibilità di cimentarsi in realtà di prima squadra. Per concludere abbiamo constatato anche un sempre progressivo impoverimento nei ragazzi dal punto di vista del fondamentale tecnico e del patrimonio coordinativo.
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Tra quali di questi settori trovi che ci siano più margini di crescita?
DS: Per quanto rigurarda il movimento italiano crediamo che l'aspetto tattico rimanga un pò il nostro fiore all'occhiello, proprio per questo dovremmo cercare anche di concentraci maggiormene su altri aspetti, vedi tecnica di base e applicata ed educazione motorio-coordinativa. Reputiamo tuttavia che i maggiori margini di crescita si possano riscontrare nell'allenamento motivazionale, abbiamo la possibilità di collaborare con esperti del settore e vediamo che i riscontri sono davvero incoraggianti. Teniamo a precisare che a monte debba esistere un programma di lavoro opportunamente studiato e valutato, intendiamo dal punto di vista di micro,meso e macrocicli. Non ci si può permettere di migliorare attraverso l'improvvisazione e la scarsa attitudine all'organizzaione del lavoro.
FC: Guardando in Italia quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perché? All'estero invece?
DS: Il parametro per valutare la bontà di un settore giovanile è vedere quanti elementi giungono alla prima squadra, iammesso e non concesso che la società abbia poi il coraggio necessario per consentire loro di percorrere questo cammino. In questo senso ci pare che a Empoli si stia svolgendo un buon lavoro. All'estero diciamo Spagna per qualità delle strutture di allenamento e della proposta tecnica, senza dimenticare realtà emergenti come il Canada, dove alle strutture di primissima fascia si aggiunge un lavoro capillare nelle scuole e nelle università secondo il modello USA, il che potenzialemente consentirebbe uno sviluppo esponenziale se decidessero di avvalersi delle giuste figure tecniche.