UNDICESIMA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
L'intervista è dedicata ai mister Bonacini e Marchi - fondatori del Centro Studi, Didattica e Ricerca per il Calcio. La loro idea, semplice e geniale, permette di formare, aggiornare e accrescere le competenze dello staff tecnico e della figura dell'Allenatore nel calcio giovanile.
FC: Quanto tempo fa e come è nata l'idea di Centro Studi Calcio?
RB: L’idea è nata circa 2 anni fa. Avevo conosciuto Ernesto Marchi in occasione di altre collaborazioni. Si era creato un buon rapporto sia di amicizia che professionale. Ci siamo trovati ad avere le stesse idee, gli stessi progetti, le stesse linee guida su tante cose ed obiettivi da intraprendere. Tutto questo ha portato all’idea ed alla successiva realizzazione di Calcio Giovani Asd – Centro Studi, Didattica e Ricerca per il Calcio. Appena qualche tempo dopo anche un altro amico, Paolo Zarzana, ha creduto in quello che stavano realizzando e si unito alla “comitiva”.La sua entrata ci ha permesso di estendere la nostra funzione didattica prima al CSI (Centro Sportivo Nazionale) di Modena e poi al CSI Nazionale diventando i formatori didattici per questa importante realtà nazionale. Calcio Giovani ASD - Centro Studi, Didattica e Ricerca per il Calcio è una Associazione di formazione operante nel Settore del Calcio.
L'attività di servizio e formativa proposta è orientata alla qualificazione ed all'aggiornamento di Allenatori, Istruttori, Staff Tecnici, Dirigenti, Giocatori e Società di Scuola Calcio e di Settore Giovanile.
Lo scopo dell’Associazione è quello di essere un punto di riferimento attraverso il quale gli interessati possono trovare servizi per la formazione, la didattica, l’aggiornamento, il perfezionamento, la specializzazione e la ricerca inerente appunto allo Sport del Calcio e alla figura “professionale” dell’Allenatore e di coloro che vanno a comporre lo Staff Tecnico di una squadra/società. L’obiettivo dell’Associazione è quello di creare un polo, un centro aperto e fruibile agli Associati, al quale rivolgersi per ogni necessità ed esigenza che possa portare a compiere il proprio lavoro con sempre maggiore competenza e professionalità e con anche, quindi, maggiori soddisfazioni personali. Creare quindi un servizio a disposizione di coloro che lavorano nel Calcio… di coloro che sono o che entreranno in contatto con i giovani calciatori al fine di “accompagnarli” verso un’opportuna crescita tecnica, umana, professionale, contribuendo alla loro formazione, facendo in modo che la Scuola Calcio ed il Settore Giovanile (in cui esiste ancora purezza di valori e la cultura della formazione, in tutti i suoi aspetti educativi e morali, senza deleteri condizionamenti) diventino una vera e propria Scuola di Vita oltre che di Sport. L’Associazione si pone, con grande importanza, un compito didattico (relativamente allo Sport del Calcio) al fine di studiare ed analizzare le materie che caratterizzano questo splendido Sport: Tecnica Individuale, Tattica Individuale, Tattica Collettiva, Preparazione Condizionale e Coordinativa, Programmazione – Progettazione - Pianificazione Allenamenti, Psicologia e Psicopedagogia nel Calcio e tanto altro.
FC: Quali sono i riscontri che trovi tra gli addetti ai lavori? Sia in positivo che in negativo
RB: I riscontri sono senz’altro positivi. Spesso ci arrivano e-mail anche solo per farci i complimenti per il lavoro che stiamo facendo. I contatti sono tanti anche perché abbiamo creato una serie di strumenti per permettere di venire a conoscenza della nostra realtà. A parte il sito web di riferimento www.centrostudicalcio.it, abbiamo creato una blog www.centrostudicalcio.it/blog, una pagina facebook privata www.facebook.com/centrostudicalcio, una pagina facebook pubblica www.facebook.com/centroallenatoriscuolacalcio, una pagina twitter http://twitter.com/centrostudicalc, un profilo skype robertooo847. Sempre su Facebook abbiamo poi fondato 3 gruppi: Allenatori di Scuola Calcio, Allenatori di Settore Giovanile, Responsabili Tecnici di Scuola Calcio e di Settore Giovanile.
Di positivo, ancora, riscontriamo che ci viene riconosciuto che quanto proponiamo (come articoli, consulenze, eserciziari, e-book, insomma come didattica e formazione) apporti come contenuti qualcosa di nuovo dalle solite cose dette e ridette che si possono trovare sulla carta stampata e sul web.
Non vorrei poi dimenticare che gli utenti apprezzano il fatto che cerchiamo di seguirli a 360° fornendo anche servizi personalizzati di Consulenza telefonica e via e-mail. Chiaramente non è tutto un successo… le difficoltà ad emergere sono tante. A volte la gente è un po’ titubante ad iscriversi al nostro progetto, alla nostra Associazione, perché, anche giustamente, visto il mondo attuale, pensa che potrebbe trovarsi di fronte a qualcosa di poco serio o non affidabile. Proprio in riferimento a questo nei nostri prossimi obiettivi ci sarà sempre di più la voglia e l’impegno per dimostrare di essere “credibili”. Un altro progetto futuro sarà probabilmente la traduzione del nostro progetto in lingua inglese; abbiamo tantissimi riscontri da parte di tecnici ed operatori stranieri... in loro, forse un po’ di più che rispetto ai colleghi italiani, troviamo una gran voglia ed una grande bisogno di aggiornarsi per rendere la loro passione, il loro lavoro, il loro hobby sempre più professionale.
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che professionistiche?
EM: Rispetto ad un tempo ci sono molte più idee, preparazione, organizzazione. Gli strumenti tecnologici attuali, in particolare internet, permettono una continua e massiccia diffusione di idee, in grado di stimolare la creatività degli addetti ai lavori a produrne nuove, che a loro volta andranno a stimolare la creatività di altri e così via. Tutte le idee prodotte viaggeranno in questo modo a grande velocità ed in tempo reale da un’area geografica all’altra. Tutto questo, prima dell’avvento dello strumento “internet”, era letteralmente impossibile. La diffusione di idee un tempo era molto più limitata e ristretta a ben determinate aree geografiche. Attualmente, invece, ogni giorno per i cosiddetti “internauti” è possibile conoscere idee diverse, variegate, anche molto diverse tra loro… e tutto ciò è e sarà in grado di stimolare la creatività dei singoli allenatori. Come in tutte le cose, il rischio è rappresentato da un approccio di tipo PASSIVO nei confronti del materiale con cui si entrerà in contatto, senza spirito critico, accettando idee, concetti, teorie senza che ci sia alcuna rielaborazione personale. Altro rischio potrebbe essere rappresentato da un eccessivo ricorso alle IDEE INNOVATIVE che potrebbe portare alla mancata stabilizzazione di tutto quanto verrà appreso (eccesso di fermento ideologico che potrebbe determinare la mancanza del necessario approfondimento dei concetti appresi). Altra cosa da rilevare è la riduzione del GAP, a livello di CONOSCENZE e COMPETENZE, tra coloro che operano nei settori giovanili dilettantistici e quelli che operano in quelli professionistici. Una volta gli addetti ai lavori operanti nell’ambito dilettantistico, avevano la tendenza ad ispirarsi a quelli operanti nell’ambito professionistico, rivolgendosi a loro come degli autentici “GURU”, ritenendoli soggetti a dir poco inarrivabili. Ora, per tutte le ragioni evidenziate in precedenza, anche nell’ambito dilettantistico si possono trovare soggetti estremamente preparati a vari livelli degli organigrammi strutturati dalle società.
Non è raro veder nascere idee anche nell’ambito dilettantistico e ritrovarle poi riprodotte anche in ambito professionistico. Cosa impensabile fino a qualche anno fa. Altra cosa da rilevare è la presenza di TECNICI del Settore Giovanile, sempre più SPECIALIZZATI, che considerano tale mondo un imprescindibile punto di arrivo e non più di partenza, all’interno del quale fare la necessaria “gavetta” per poi ambire al mondo più prestigioso delle “prime squadre”. Si incontrano Istruttori iper-specializzati che ricercano la necessaria realizzazione personale anche solo operando all’interno dei Settori Giovanili.
Per questi motivi, a mio parere, anche la Federazione dovrebbe fare un passo indietro e ripristinare i Corsi per Istruttori di Giovani Calciatori, invece di inglobare le figure di Allenatori di terza categoria ed Istruttori giovanili nell’unica figura prevista di Allenatore di Base.
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Quale di questi settori ritieni ci siano i maggiori margini di crescita?
EM: Sono tutti ambiti di sviluppo importante e per questo motivo diventa difficile definire delle priorità d’intervento. A mio parere, i maggiori margini di crescita saranno perseguibili utilizzando metodologie di lavoro sempre più mirate ed indirizzate alle reali esigenze dei giovani calciatori a disposizione. Affinché ciò possa avvenire, occorrerà sviluppare una programmazione sempre più calibrata alla teoria delle FASI SENSIBILI, che consenta di sviluppare, per ciascuna categoria del Settore Giovanile, le COMPETENZE necessarie (DIDATTICA PER COMPETENZE). Questo modo di agire dovrebbe consentire lo sviluppo di una didattica sempre più mirata e specifica alle effettive potenzialità dei gruppi di giovani calciatori a disposizione dei tecnici.Tutto il lavoro verrà collegato ed in questo modo si potrebbe evitare le precocizzazioni ed i ritardi tipici del vecchio modo di operare. Per ciascuna area di intervento si potrebbero, in questo modo, evitare le paure di agire per non creare danni e non essere, nel ruolo di Istruttori, all’altezza della situazione… ed ottenere, anche, la necessaria ottimizzazione del lavoro (ottenere, né più meno né meno, quanto realmente necessario). Ogni Istruttore dovrebbe conoscere, per ciascuna qualità motoria, tecnico-tattica, psicologica, il periodo più favorevole per il suo sviluppo, perché è solo in questo modo che si potranno ottenere i massimi risultati (TEORIA DELLE FASI SENSIBILI per ottimizzare i rendimenti e sviluppare le massime potenzialità di allenamento in merito a ciascuna area d’intervento). Nella società dilettantistica presso cui opero, abbiamo cercato di indirizzare al meglio questo modo di agire, creando la FIGURA DEL COORDINATORE DIDATTICO con il compito di definire al meglio le COMPETENZE da perseguire all’interno di ciascuna categoria del Settore Giovanile e determinare, sulla base di anamnesi e conoscenze acquisite, il CARICO DI LAVORO tollerabile all’interno di ciascuna fascia di età (capacità di carico). Senza questa figura (fino a questo momento), a mio parere, nei Settori Giovanili abbiamo assistito alla tendenza a lavorare o troppo al di sotto o troppo al di sopra degli opportuni livelli di ADATTAMENTO dei giovani calciatori.
Questi livelli di adattamento dovrebbero essere determinabili sia sulla base della effettiva età cronologica che di quella maturativa dei giovani calciatori a disposizione.
FC: Guardando in Italia e all'estero quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perchè?
EM: Personalmente mi piacciono molto i Settori Giovanili che producono idee, progetti, piani di lavoro innovativi, sempre al passo con i tempi e che sappiano sfruttare gli approcci metodologici più moderni.
I soldi e gli investimenti mirati risultano prerogative fondamentali, ma senza le idee necessarie difficilmente si potranno raggiungere gli obiettivi prefissati, oppure li si potranno raggiungere seguendo però la via più semplice, quella del denaro “facile”, correndo in questo modo il rischio di sprecarne molto e spesso inutilmente.
In questi ultimi anni, tra le società professionistiche italiane, ho seguito con interesse le seguenti società, a cui, spesso, mi sono ispirato a livello progettuale:
• L’INTERNAZIONALE di Milano, con il suo PROGETTO INTER CAMPUS, in considerazione sia della sua valenza tecnica che sociale. Grazie a questo progetto, l’Inter ha potuto raggiungere aree geografiche di estremo bisogno economico, disagiate, mettendo a disposizione le sue competenze, le sue idee e la professionalità del suo Staff.
• Il MILAN, con la creazione di diverse Scuole Calcio, in tutta Italia, a cui ha fornito le competenze acquisite in campo medico-sportivo, attraverso Milan-Lab, e quelle didattiche, con formazione dei tecnici locali, attraverso uno Staff di lavoro itinerante.
• Sulla stessa falsariga ha agito la JUVENTUS, per quanto riguarda la formazione dei tecnici, attraverso la creazione di un ACADEMY SCHOOL.
• L’UDINESE per la sua capacità di SCOUTIZZAZIONE dei giocatori, a livello mondiale, che consente di arrivare su giocatori sconosciuti da valorizzare prima delle altre squadre e creare, in questo modo, delle plusvalenze di altissimo livello al momento della cessione dei loro talenti ai grandi club… e garantire, in questo modo, la sopravvivenza della società stessa.
• L’ATALANTA per la capacità di valorizzazione ed ottimizzazione tecnica massima del materiale che è in grado di offrire al territorio limitrofo e limitare, in questo modo, i costi gestionali.
Per quanto riguarda le società estere vorrei citarne due in particolare a cui ho sempre cercato di ispirarmi:
• L’AJAX, con la sua formula TIPS (Tecnica, Intelligenza, Personalità, Speed o velocità), per quanto concerne le qualità da ricercare al momento della selezione dei giovani calciatori che dovranno entrare a far parte del Settore Giovanile olandese. L’AJAX ricerca in questo modo determinate qualità alla “fonte”, mentre io, ispirandomi a loro, ho messo a punto una formula che mi permettesse di perseguire determinate qualità alla “foce”, ovvero la formula delle 3C e delle 3I: CONTROLLO DELLA PALLA, COORDINAZIONE, CULTURA SPORTIVA, INTENSITA’, INTELLIGENZA, IMPULSO (inteso come velocità di trasmissione dell’impulso nervoso).
• Il BARCELLONA con la sua “cantera” e la sua cultura del POSSESSO PALLA fin dai tempi delle giovanili. Ispirandomi a loro, ho sempre cercato di inculcare nei giovani che ho allenato la cultura del possesso palla ed il piacere che la gestione della stessa (palla bassa, a terra) dovrebbe provocare in loro.
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