Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges

martedì 30 agosto 2011

PARLIAMO CON...DAVIDE SIMONI E MARIO CAPECE - SCFOOTBALLCAMP.NET

NONA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
L'intervista è dedicata ai mister Simoni e Capece - scfootballcamp.net che svolgono un'interessante e qualificata attività di consulenza "a domicilio" per le società di calcio giovanile
FC: Quanto tempo fa e come è nata l'idea alla base delle Scuole da Voi condotte? Quali esigenze va a colmare secondo voi?
DS: L' idea del progetto è nata ormai più di un anno fa, quando io e mr Capece ci siamo trovati attorno ad un tavolo ed abbiamo deciso di unire le nostre forze e soprattutto le nostre esperienze per cercare di offrire un'offerta formativa che ancora non esisteva. La nostra intenzione è quella di offrirci come consulenti "a domicilio" per tutte quelle società, soprattutto dilettantistiche, che fossero interessate a farci confrontare con le loro figure tecniche per aggiornamenti, teorici e sul campo, di natura metodologica e motivazionale. Siamo noi a recarci in loco, dopodichè in base all'attrezzatura che troviamo a disposizione, allestiamo una o più giornate di stage rivolte a ragazzi/e dai 6 ai 17 anni. Chiaramente invitiamo tutti gli allenatori della società ospitante a partecipare attivamente alle sedute, in modo tale da poterci rendere utili a 360 gradi.
FC: Quali sono i riscontri che trovi tra gli addetti ai lavori? Sia in positivo che in negativo.
DS: I riscontri sono stati perlopiù positivi, in genere già dopo i primi minuti di una seduta dobbiamo dire che la bontà della nostra proposta viene apprezzata, anche se in qualche caso esistono ancora scetticismo e scarsa disponibilità al confronto. A questo proposito, ci teniamo a sottolineare come anche da parte nostra ogni giornata di stage ci permetta di arricchire il nostro bagaglio di conoscenze, proprio grazie al disinteressato scambio di idee che può scaturire tra tecnici realmente aperti al dialogo.
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che nei palcoscenici professionistici?
DS: Nostro malgrado non possiamo far altro che testimoniare come il nostro movimento si stia mano mano impoverendo. Le società investono sempre meno nei settori giovanili, al contrario di quanto si sente dire in giro. Pochi investimenti su tecnici motivati e competenti unite a strutture di allenamento non sempre all'altezza hanno portato alla situazione di degrado che abbiamo sotto gli occhi. La verità è che alle parole, in ambito professionistico e non, quasi mai seguono i fatti. Basti pensare al campionato primavera e all'età media dei giocatori che vi partecipano, a 21/22 anni un ragazzo dovrebbe già essere formato ed avere la possibilità di cimentarsi in realtà di prima squadra. Per concludere abbiamo constatato anche un sempre progressivo impoverimento nei ragazzi dal punto di vista del fondamentale tecnico e del patrimonio coordinativo.
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Tra quali di questi settori trovi che ci siano più margini di crescita?
DS: Per quanto rigurarda il movimento italiano crediamo che l'aspetto tattico rimanga un pò il nostro fiore all'occhiello, proprio per questo dovremmo cercare anche di concentraci maggiormene su altri aspetti, vedi tecnica di base e applicata ed educazione motorio-coordinativa. Reputiamo tuttavia che i maggiori margini di crescita si possano riscontrare nell'allenamento motivazionale, abbiamo la possibilità di collaborare con esperti del settore e vediamo che i riscontri sono davvero incoraggianti. Teniamo a precisare che a monte debba esistere un programma di lavoro opportunamente studiato e valutato, intendiamo dal punto di vista di micro,meso e macrocicli. Non ci si può permettere di migliorare attraverso l'improvvisazione e la scarsa attitudine all'organizzaione del lavoro.
FC: Guardando in Italia quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perché? All'estero invece?
DS: Il parametro per valutare la bontà di un settore giovanile è vedere quanti elementi giungono alla prima squadra, iammesso e non concesso che la società abbia poi il coraggio necessario per consentire loro di percorrere questo cammino. In questo senso ci pare che a Empoli si stia svolgendo un buon lavoro. All'estero diciamo Spagna per qualità delle strutture di allenamento e della proposta tecnica, senza dimenticare realtà emergenti come il Canada, dove alle strutture di primissima fascia si aggiunge un lavoro capillare nelle scuole e nelle università secondo il modello USA, il che potenzialemente consentirebbe uno sviluppo esponenziale se decidessero di avvalersi delle giuste figure tecniche.

Nessun commento:

Posta un commento