Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio.

Jorge Luis Borges

giovedì 4 agosto 2011

PARLIAMO CON...SERGIO SOLDANO

SETTIMA PUNTATA DELLA RUBRICA "PARLIAMO CON..."
5 DOMANDE SARANNO POSTE AD ADDETTI AI LAVORI ED ESPERTI DEL CALCIO GIOVANILE SIA NEI MEDIA, SIA NEI SETTORI TECNICI.
L'intervista è dedicata a Sergio Soldano, responsabile tecnico dell'US Cairese in provincia di Savona, ma soprattutto è un maestro argentino di calcio. In Italia ha lavorato per società come Parma e Inter e grazie a questi club ha potuto girare il mondo per insegnare calcio (Argentina, Australia, Cina, Ghana, Europa, Canada sono solo alcune delle tappe che lo hanno visto protagonista) e sono contento di avere il suo punto di vista.
FC: Che cosa significa "insegnare calcio" ai ragazzi in Italia nel 2011 ?
SS: Non insegniamo calcio ai ragazzi, lavoriamo per ingigantire ancora di più quella passione che portano dentro per questo sport. Dobbiamo dare i nostri consigli, correzioni, informazioni ecc tutto quello che gli possiamo dare come supporto. La selezione sul ragazzo è fatta dal suo Dna, quello è l’unico vero maestro, noi dobbiamo solo modellare quel Dna, se ce la facciamo..
FC: Come trovi stia cambiando il mondo del calcio giovanile? Sia tra le società dilettantistiche che nei palcoscenici professionistici?
SS: Il mondo del calcio giovanile sta cambiando in peggio e questo è  un problema molto grande. Non so chi avrà la chiave per cambiare questa tendenza, forse nessuno perché è una catena che si spezza senza una continuità di intenti. I ragazzi hanno sempre più interessi e il calcio è solo uno di questi, non l'unico come poteva essere in passato; questo obbliga dirigenti e allenatori ad impegnarsi per motivare più che per allenare. Tutti vogliono la squadra forte (e questo succede poche volte) ma allora sono i ragazzi meno pronti che non servono più...e così si spezza la catena. Il signor Dna ha dato il suo verdetto e nessuno ha pazienza! Tra le societa dilettantistiche e quelle professionistiche, ci sarà sempre lo stesso distacco perché non vedo una collaborazione leale. Solo in pochi capiscono che l’essenza del calcio è un incrocio di scultura, pittura, danza e soprattutto teatro! Tanto teatro.
FC: Quali sono i requisiti per un buon allenatore di calcio giovanile?
SS: Purtroppo il requisito per un buon allenatore di calcio giovanile è uno solo al giorno d’oggi: avere la squadra che vince, allora sarai sempre il più bravo di tutti anche senza far niente negli allenamenti. I veri requisiti che vanno trovati dentro la nostra coscienza sono: la consapevolezza che stai migliorando i ragazzi come istruttore, tanta passione, pazienza e cultura calcistica, informarsi sempre: istruirsi per istruire!
FC: Tecnica, tattica, preparazione fisica e motivazione. Tra quali di questi settori trovi che ci siano più margini di crescita?
SS: La motivazione fa muovere tutti gli altri ingredienti, ma devi averla per primo come istruttore o allenatore, altrimenti come fai a trasmetterla? Gli altri aspetti si muovono di conseguenza sotto la stretta vigilanza del Sig. Dna.
FC: Guardando in Italia quali settori giovanili ritieni all'avanguardia e perché? All'estero invece?
SS: Giro molto in Italia e nel mondo, ma ultimamente sono un po’ confuso. Mi accorgo che la verità nel calcio è una sola e tutti pensano di averla, ma nessuno ce l’ha e sono dubbioso nell’individuare qualche settore giovanile in Italia. All’estero, in questo momento, si parla catalano. Barcellona sembra essere sulla cresta del mondo, battendo Ajax, Real madrid, Inter, Milan, Juventus e non possiamo negarlo visto la quantità di ragazzi che arrivano al primer equipo facendo la trafila della cantera. L'anno scorso sono stato a vedere l’Ajax, quest’anno il Barcellona e il prossimo anno a Manchester, però il Barcellona a livello didattico ha qualcosa in più in questo momento.

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